Chiesa di Sant’Agata
Nell’abitato della frazione di Ossuccio si trova la chiesetta già dedicata a S. Sisinnio ed ora a S. Agata.
Il documento più antico al riguardo risale al 1299; in esso si ricorda la dedicazione solo a S. Sisinnio così come nella visita pastorale del Vescovo Ninguarda del 1593; solo con la visita pastorale del Vescovo Carafino del 1644 compare la dedicazione a S. Agata.
Il restauro eseguito tra il 1993 e il 1995 ha permesso la ricostruzione delle diverse fasi storiche dell’edificio.
Da un primitivo sacello cimiteriale, cui presto si aggiunge un’abside (inizi del VI secolo) ad una chiesa altomedioevale (fra l’VIII e il X secolo).
Infine la costruzione romanica (presumibilmente XII secolo) ancora oggi parzialmente ben conservata con il suo altare originale, una splendida acquasantiera, resti di affreschi, alcuni a vista altri nascosti nel sottotetto, le graziose finestrelle a strombo.
A partire dalla fine del 1600 la chiesa subisce sostanziali interventi di modifica e riceve quell’aspetto che conserva a tutt’oggi.
Il campanile, ripulito dall’intonaco nel 1989, è una delle più belle torri campanarie del Comasco.
La chiesa conserva un’antica ara votiva romana, databile tra il II e il III secolo d.c., che oltre a ricordare l’antico culto pagano, ha il grande privilegio di aver tramandato il toponimo dell’antico pago romano e dei suoi abitanti: gli Ausuciates.
Di un certo interesse è la pala d’altare raffigurante la Vergine tra i Santi Sisinnio e Agata, racchiusa in una splendida cornice lignea dorata, datata 1577 e firmata Giulio De Grassi.
Sulla predella sono raffigurati i Santi Vincenzo e Eufemia davanti ai loro giudici e due figure (apostoli?) con cartelli ammonitori circa il rispetto con cui si deve accedere all’Eucarestia.